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Lecce, 1619. Il dodicenne Cesare Penna si congeda dalla famiglia per lavorare nella bottega di mastro Antonio, noto scultore di Terra d'Otranto. Cesare entra in confidenza con la famiglia del maestro e con le tecniche della scultura. Mastro Antonio intuisce il talento artistico del ragazzo e lo avvia agli studi presso i monaci celestini, per i quali sta lavorando ad una maestosa fabrica, e si impegna a forgiarlo affinché diventi anche lui maestro di scalpello. Cesare trascorre anni di formazione, dividendosi tra i libri e gli arnesi da scultore, tra le attenzioni di Sara, figlia di mastro Antonio, e il ricordo della nobile Porzia, vista solo una volta e mai dimenticata. Il lento scorrere di quegli anni verrà bruscamente interrotta quando il viso di Porzia si riaffaccerà nella sua vita, scatenando un susseguirsi di eventi rovinosi. I noti scultori Francescantonio Zimbalo e Cesare Penna saranno interpreti, loro malgrado, di una narrazione scaturita in gran parte dalla fantasia dell'autrice ma collocata in un contesto storico reale, quello della costruzione della chiesa (oggi basilica) di Santa Croce, vera protagonista del romanzo.